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Guarda: Raggiungere la sostenibilità nell'ultimo miglio

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Dan Nevin, direttore generale con Soluzioni Post-Acquisto Inmar, analizza il modo in cui i servizi di consegna al dettaglio stanno affrontando l'impatto dei crescenti volumi del commercio elettronico sulle emissioni di gas serra.

I corrieri e i corrieri postali stanno facendo progressi nella riduzione dei gas serra, afferma Nevin, anche se i volumi dell’e-commerce continuano a crescere. Un recente studio di Pitney Bowes prevede che entro il 300 verranno consegnati quasi 2026 miliardi di pacchi ogni anno, e l’impatto ambientale di tale attività sarà devastante se non sarà accompagnato da sforzi per rendere più sostenibile la consegna dell’ultimo miglio.

Nevin vede una forte consapevolezza tra rivenditori e fornitori nelle iniziative volte a ridurre le emissioni di carbonio. I veicoli elettrici sono tra gli sviluppi più popolari per raggiungere questo scopo, ma ci vorranno circa 10 anni prima di vedere un “cambiamento fondamentale” per cui tale tecnologia diventi la norma nelle consegne commerciali, dice.

Nel frattempo, i servizi di consegna devono perseguire strategie a breve termine per migliorare la sostenibilità. Il principale tra questi è il concetto di rete di ritiro e riconsegna (PUDO), che stabilisce punti comuni affinché i consumatori possano acquistare o restituire articoli ordinati online. I progressi verso questo metodo sono maggiori al di fuori degli Stati Uniti, soprattutto nei paesi nordici, nel Regno Unito e in Polonia. Nel caso di quest'ultimo, i rivenditori stanno incentivando i consumatori a utilizzare un PUDO rendendolo l'opzione di consegna principale alla cassa. Viene presentata ai consumatori come l’opzione più conveniente, efficiente ed ecologica, afferma Nevin, allontanandosi dalla scelta predefinita della consegna diretta a domicilio.

Gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto ai paesi che sono in prima linea nella sostenibilità dell’ultimo miglio, in parte perché i rivenditori rivali stanno stipulando accordi separati con i corrieri, che “creano conflitti tra i clienti” e licenziamenti di emissioni di carbonio da parte delle flotte di consegna. Potrebbe anche aumentare il numero di miglia necessarie per servire i clienti, afferma Nevin, in un momento in cui l’obiettivo cruciale è ridurle.

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