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Ci sono COV in agguato nelle vernici a base acqua? | Envirotec

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Secondo una nuova ricerca, le vernici a base d’acqua possono creare meno puzza, ma alcune contengono ancora sostanze chimiche contrassegnate come potenzialmente pericolose.

Le vernici a base acqua sono emerse come “più verdi” e meno maleodoranti rispetto alle opzioni a base solvente. E sono spesso pubblicizzati come contenenti pochi o nessun COV. Ma un nuovo studio su queste vernici mostra che molte di esse contengono composti considerati COV, insieme ad altre sostanze chimiche di crescente preoccupazione.

Lo studio è stato pubblicato nella pubblicazione dell'American Chemical Society Lettere di scienza e tecnologia ambientale nel mese di aprile.

La vernice è composta da quattro ingredienti: pigmenti, leganti, additivi e un liquido. Se il liquido è acqua, come nel lattice e in alcune vernici acriliche, è classificato come vernice a base d'acqua, anziché a base di solvente. Storicamente, le vernici a base solvente erano facili da applicare e durevoli, sebbene rilasciassero nell’aria COV maleodoranti sia durante che dopo l’applicazione, puzzando una stanza appena dipinta. Questi COV presenti nell’aria possono causare irritazione respiratoria e mal di testa, oltre ad altri potenziali problemi di salute, soprattutto in alte concentrazioni o per lunghi periodi di tempo. Nonostante le vernici a base acqua riportino etichette con “zero” o “basso contenuto di COV”, le loro formulazioni potrebbero contenere sostanze chimiche potenzialmente pericolose. Quindi, come ha spiegato uno dei ricercatori Ying Xu, lui e i suoi colleghi volevano saperne di più sulle formulazioni di queste vernici. Il team ha notato che esistono diverse definizioni di ciò che costituisce un COV, alcune delle quali sono più rigide di altre, inclusa la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità utilizzata in questa ricerca.

Il team ha raccolto 40 vernici a base acqua provenienti da tutto il mondo, tutte classificate tra i primi 70 marchi più venduti e molte etichettate come a zero o a basso contenuto di COV. Sia i campioni secchi che quelli umidi sono stati analizzati mediante gascromatografia-spettrometria di massa per determinarne la composizione.

Sono stati identificati venti composti organici semivolatili in concentrazioni comprese tra 10 e 35,000 parti per milione. Anche se è meno probabile che siano in forma gassosa, questi possono comunque persistere in ambienti chiusi per anni, spesso incorporati nella polvere.

Gli ftalati che alterano il sistema endocrino, che agiscono come leganti, erano in gran parte assenti nelle vernici testate. Tuttavia, sono state rilevate diverse sostanze chimiche sostitutive degli ftalati la cui tossicità è ancora in fase di valutazione.

Quasi la metà dei campioni analizzati contenevano quantità misurabili di isotiazolinoni, conservanti che sono stati collegati a irritazione cutanea e sintomi asmatici.

In 24 campioni di vernice fresca pubblicizzati come a zero o a basso contenuto di COV, sono stati rilevati 11 diversi COV con concentrazioni fino a 20,000 parti per milione.

Queste concentrazioni rappresentano la composizione chimica della vernice, non dell'aria. Sono necessari ulteriori studi per comprendere la quantità di questi composti potenzialmente pericolosi che si disperdono nell’aria mentre le superfici verniciate si asciugano. I ricercatori affermano che questo lavoro potrebbe consentire la progettazione di prodotti vernicianti più sicuri in futuro.

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